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JAMES W. — What psychical research has accomplished. — (Will to Believe 299-327. 1899).
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Io non so, se, come il signor Myers afferma «il problema di maggiore importanza per l'uomo sia quello di sapere se ha o no un'anima immortale» (Hum, Pers. I. I. 100); anzi credo che gli uomini se ne preoccupino tanto, quanto i gatti si preoccupano di sapere se nella loro coda c' è un qualche spiritello che l'agita per gioia o per ira. Non sono però lontano dall'ammettere che in Inghilterra dopo il rostbeaf e the quotidiano, il problema dell'anima occupi un posto non meno quotidiano ed importante; tanto che, per esempio, nel 1873 era possibile fondare in Oxford, da un gruppo di amici, una Società per le Ricerche Psichiche sulla «presunzione, che se esiste un mondo spirituale, e se quel mondo è stato in qualche epoca scopribile e si è manifestato, esso deve dunque ora esser scopribile e manifestarsi» (I. I. 107). Il che sarà forse logico, ma non è vero; perché un mondo spirituale potrebbe esser così guastamestieri e tanto amante della solitudine da provare una certa inquietudine per le ricerche del signor Myers e compni, e per nascondersi di un tratto e non fare più capolino nel nostro mondo, scomparendo proprio il giorno della fondazione della loro società. Pare però che il mondo spirituale non sia così maligno, perchè i pazienti raccoglitori di fatti telepatici, spiritici, ecc, sono riesciti ad ammucchiarci parecchi volumi di materiali (Proceedings etc.) e a trarre da questi altri volumi dove i fatti vengono ordinati per materia e per teorie, muovendo all'assalto della incredulità moderna. Senonchè per vincere, i nuovi spiritualisti, hanno copiato i metodi del nemico, e si sono messi in mente di scoprire le leggi del nuovo mondo spirituale. La maggiore lode che il Meyers faccia allo Swedenborg, non è già, per la sua grandiosa fantasia celeste e per il suo ampliamento del mondo e per la moltiplicazione degli esseri, quanto perchè fù il primo cui «il mondo invisibile apparve prima d'ogni cosa un regno di leggi, una regione non di vaga emozionalità o di adorazione stagnante, ma di definito progresso secondo definite relazioni di causa ed effetto, risultanti da leggi strutturali della esistenza spiritica che noi potremo col tempo finire col conoscere almeno in parte» (I. I. 105).
Creare una nuova scienza, introdurre fra gli spiriti i metodi di Bacone e di Mill, avvicinare il mondo spirituale al materiale, può sembrare una mossa strategica, e un'idea geniale; in realtà non è che una copiatura qualsiasi e un'illusione delle più comuni all' uomo. Il Myers infatti crede che mai fino ad ora siano stati applicati al problema della immortalità ì metodi di ricerca che sono stati trovati più efficaci nello studio degli altri problemi (I. I. 100). Ma qui erra in doppio modo: storicamente, perchè delle prove della immortalità dell'anima ne sono state date con tutti i metodi che allora apparivano più certi, cioè, con l'autorità religiosa o filosofica, e col ragionamento matematico: erra poi filosoficamente perchè, per ammettere la sua proposta, di studiare cioè positivamente i fenomeni del mondo spirituale, bisogna prima, con un atto di fede o con una affermazione gratuita assimilarlo al nostro, dal quale appunto sono stati tratti i metodi che ci servono a conoscerlo. E non potrebbe forse questo altro mondo, se esiste, essere così lontano dalle forme della nostra intelligenza, che si dovessero creare nuovi modi logici di comprenderlo? non potrebbe essere un mondo, per esempio, che ammettesse l'esistenza in due luoghi diversi della stessa persona? Senonchè bisogna confessare che finora questo mondo si è comportato non come superiore, ma come inferiore al nostro; è stato un ipo-cosmo non un iper-cosmo.
Alla stupidaggine degli spiriti, non mancava che la riduzione scientifica per diventare una delle più noiose e tristi avventure sentimentali dei nostri giorni. Il Myers e gli altri riunendo delle credenze de portinai a dei metodi da logico hanno composto una psico-metafisica. quaternaria.
La quale ha fatto progressi da quando i tre riuniti, Gurney, Podmore e Myers ponevamo come tesi fondamentale sui fatti telepatici, che «una comunicazione può aver luogo da una mente a un altra per un qualche agente, che non è quello dei conosciuti organi di senso». Su questo ormai non si discute più e si accettano come certi e provanti i calcoli errati (vedi Monist 1903), che fecero credere come superiore di molto a quel che poteva avvenire per caso la frequenza delle telepatie. La guerra non è più contro i non spiritisti, quanto fra gli spiritisti; così l'opera del Podmore è odiata come quella di uno scettico dagli spiritisti uso Wallace (O. Lodge 219): mentre l'opera del Myers «è per una gran parte un attacco critico alla principale posizione spiritica, come è mantenuta da A. Wallace, il suo più eminente sostenitore in vita, contro la fede, cioè, che tutti o quasi tutti i fenomeni sopranormali sono dovuti all'azione di spiriti dei morti». Mentre il Myers li ritiene «in più larga proporzione, come dovuti all'azione dello spirito ancora corporale dell'agente o percipiente stesso» (I. I. 106).
Il Myers infatti cerca costantemente di risolvere questi problemi con l'idea di un io-subliminale, di una coscienza personale più profonda, origine dei fenomeni del sogno, della inspirazione, della telepatia, ecc.: in questa direzione di idee egli si accorda dunque con i mistici di tutti i tempi, con Eckart e con Boehme e con Novalis e con Schopenhauer; il suo io-subliminale non è quella sorgente di indeterminazione e quella spontanea attività personale di cui ci ha. parlato il Bergson egli pensa con i mistici «che nessun Io del quale noi possiamo aver cognizione è in realtà più che un frammento di un più largo Io» (I, I. 14). Il Myers dunque non è neppure originale in questa sua principale idea; e inoltre ce la guasta col volerla fare apparire «non come una ipotesi stravagante ed inutile, ma come una ipotesi che razionalizza e limita» (I, I. 16). Se un altro mondo poteva avere qualche ragione d'esserci simpatico, sarebbe stata quella d'esser più libero, più fantastico, più contingente del nostro. Fare tutta questa costruzione scientifica per materializzare il mondo spiritico non è cosa che molto mi attragga. Tanto più che una spiegazione dell'opera ci può forse essere data da un piccolo paragrafetto sul carattere etico degli spiriti, specie di difesa contro malignità insorte verso questi signori; nei quali il Myers ha scoperto «una disintegrazione dell'amor proprio, della malevolenza e dell'orgoglio». Insomma «il risultato di ogni evoluzione morale cosmica» (II. 753). Così lo stato spiritico ci viene presentato dal Myers come l'ultimo e superiore stadio dell'uomo; ecco una cosa di cui non s'erano accorti ancora i moralisti; che per fare gli uomini buoni, basta loro tagliare la testa. Il superuomo non è più la belva nutrita e violenta del Nietzsche da gazzette letterarie, né l'esile esteta dal fiore liliale dei giornali di umorismo intellettualista, ma lo spiritello che muove le tavole, e tira le gonne alle vecchie zitelle dilettanti di esoterismo e di magia; è la degenerazione in una mente di protestante inglese; del bel gnomo irrequieto e fantastico delle immaginazioni nordiche.
(Continua)
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